La Storia del Tortello di Zucca si
scrive con le culture delle grandi famiglie italiane, ovvero, dalla Famiglia
d’ESTE (Ferrara), ESTIENSI (Ferrara), GONZAGA (Mantova), FARNESE (Parma e
Piacenza), PALLAVICINO (Parma), VISCONTI (Reggio Emilia), MALASPINA (Massa
Carrara e La Spezia), SFORZA (Milano), VISTARINO (Pavia) e di Bartolomeo
Sacchi, detto Il PLATINA (Cremona - 1475 prerettore alla corte dei Gonzaga) che
apre la stagione dei manuali di cucina salutistica senza spezie. Un arco di tempo che va da 1186 al 1700 e
fino ai giorni nostri, ovvero, inizio 1900.
Il Tortello di Zucca nasce e si
sviluppa su due grandi direttici territoriali:
- da Mantova a Piadena, per
proseguire per Ostiano, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Pavia: la pasta sfoglia
con ripieno di zucca delicata, mostarda di mele campanine, formaggio grana,
noce moscata, condimento con abbondante salsa di pomodoro, preparato con burro
e cipolla dolce e tanto grana grattugiato. La sua forma è rettangolare e
poderosa e sarà così (salvo la forma) nel suo tragitto territoriale per Reggio
Emilia, Parma, Piacenza e Pavia.
La preparazione della sfoglia è
pressappoco identica: farina uova e sale e acqua tiepida. Sfoglia da sottile a
medio sottile. La forma da tortello, a cappellaccio, rotondo, quadrato, rettangolare,
mezza luna, ritorto. Cottura al dente e servito su piatto caldo.
Cambiano i nomi, le forme, alcuni
ingredienti dei ripieni, ma il filone compositivo è sempre quello, il tortello,
la zucca e la sua evoluzione.
I "cappellacci" o i
"ritortelli" di zucca ferraresi sono riportati con il primo
“ricettario pubblico "Dello Scalco”, datato 1584 con firma di Gianbattista
Rossetti, cuoco alla corte del Duca Alfonso II d’Este, ricettario adottato poi
da altri cuochi dell'epoca.
Il “riturtell” o il “turtell” di
zucca mantovano appaiono scritti nel primo ricettario pubblicato nel 1544, a
firma di Cristoforo Messisbugo, cuoco di origine ferrarese alla Corte dei
Gonzaga per 25 anni. Gli succede Bartolomeo Stefani di origine bolognese che
pubblicò il suo ricettario nel 1662.E’ da Mantova che il tortello subisce
emigrazioni e trasformazioni anche scritte. Infatti si ricorda che i Gonzaga
regnarono dal 1328 al 1707 e alla loro corte passarono i migliori pastai,
pasticceri e cuochi dell'epoca, compreso quelli di fede ebraica, con grande
fortuna della tavola dei Gonzaga.
Con gli editti dei Gonzaga contro gli ebrei
(Gonzaga 1629 -1630) molti cuochi e pastai fuggirono verso Piadena (turtèl e
sàlsa), Casalmaggiore (i blisgòon), Cremona (il tortèi de sòca) e Crema (turtèi
cremàsch) il tortello dolce condito con burro e grana grattugiato, lasciando la
loro impronta in ogni territorio accasatisi.
I testi scritti diventano pubblici e
si diffondono con l'inizio del 1900, quando il "tortello di zucca al
pomodoro di Piadena" è presente nella tradizione familiare come piatto
tipico del giorno di festa, e veniva consumato la sera della vigilia di Natale
e il giorno di Sant'Antonio, rinnovando i vincoli di famiglia da una
generazione all'altra e da una intera comunità, fino ai giorni nostri. Il padre
serviva i tortelli iniziando dal figlio minore, alla mamma e all’intera
famiglia e poi gli altri commensali.
Il tortello di zucca si è dibattuto
tra pietanza povera (per la zucca) a piatto ricco (uova, ripieno, condimento)
ma il fatto concreto è che il tortello di zucca nasce nelle cucine delle
signorie nobili e all'inizio del 1900, nelle cucine delle famiglie popolari
agricole come piatto della festa della natività e della resurrezione, divenendo
così piatto tipico, della tradizione e di tutti.
La ricetta che ho avuto la fortuna di
conoscere e imparare è quella di Antonella, di Saporiinconcerto, che a sua
volta l'ha ricevuta in eredità dalla mamma, che l'aveva imparata dalla nonna e
così via.. La sua storia dei tortelli è quella dei giorni della festa, quando
ci si trovava tutti insieme e si cucinava - e poi si mangiava - per ore,
facendo il pieno di sorrisi, storie, ricordi e affetto, nonchè di ottimi sapori
da gustare in compagnia: nel suo post si ricorda bambina, mentre di nascosto
rubava con il cucchiaino il ripieno dei ravioli al quale proprio non sapeva
resistere. E dopo averlo provato, non posso che darle ragione!
Tortelli di zucca
dal blog saporiinconcerto.blogspot.it
Ingredienti per circa 60 tortelli
per il ripieno
500g zucca
150g grana padano
150g amaretti
150g mostarda mantovana (solo di mele) - se non doveste trovare la mostarda mantovana, potete sostituirla con quella mista Dondi o Sperlari, che risulterà leggermente più piccanti
per la
pasta
3 uova
300g farina
sale q.b.
per il condimento
10 foglie di salvia
50g burro
Il giorno prima preparate il ripieno. Tagliate la zucca a fette e fatela cuocere
nel forno per circa 45 minuti, oppure a tocchetti in una pentola col coperchio a fuoco basso con
l'aggiunta di un solo goccio di acqua.
Tritate la zucca, gli amaretti, la
mostarda scolata dal suo liquido e il formaggio grana. Deve risultare un
composto morbido ma “fermo”.
Nel frattempo preparate la sfoglia che dovrà risultare omogenea e compatta. Tiratela abbastanza sottile - io l'ho tirata a 0,6 mm. Adagiate
un cucchiaino di ripieno sulla sfoglia tagliata a quadrati . Piegate a triangolo
con la punta verso il basso schiacciando bene i lati, facendo attenzione a fare
uscire l’aria e a non “sporcare” con il
ripieno i bordi altrimenti i bordi della pasta non si attaccano tra di loro.
Unite gli altri due angoli tra il dito pollice l’indice schiacciare e girare verso l’alto (ho dimenticato di girarli verso l'alto! Continuate fino ad esaurimento della sfoglia e del ripieno.
Unite gli altri due angoli tra il dito pollice l’indice schiacciare e girare verso l’alto (ho dimenticato di girarli verso l'alto! Continuate fino ad esaurimento della sfoglia e del ripieno.
I miei primi tortelli, chiedo scusa a tutte le massaie mantovane per questi piccoli obrobri :D |
Immergete i ravioli in acqua salata bollente nel quale avrete
aggiunto un goccio di olio di oliva affinchè non si attacchino. Man mano che
vengono a galla scolarli delicatamente con una schiumarola e condirli con il
burro alla salvia.
Buon appetito!
fonti: osvaldomurri.it
ricettedicultura.com
Potete leggere questo post anche sul blog del MTChallenge.
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