La colazione all’americana o american breakfast risente molto della colazione all’inglese, ma la sua caratteristica è quella di unire sia il salato che il dolce. Praticamente si portano in tavola vari piatti salati come uova, bacon, prosciutto, formaggi, legumi e toast imburrati, insieme a piatti dolci come pancakes con sciroppo d’acero, muffins, caffè allungato all’americana, - che per noi italiani, estimatori della "tazzurella di caffè", è davvero una cosa imbevibile - tè e succo d’arancia. Una colazione veramente sostanziosa che permette di arrivare fino a cena dedicando al pranzo un a pasto molto leggero.
Negli ultimi tempi sta prendendo sempre più piede il termine brunch; esso deriva dall’unione delle parole breakfast + lunch = brunch. Durante i fine settimana o le festività le famiglie si ritrovano riunite per una specie di pasto che è la via di mezzo tra la colazione e il pranzo. Ci si alza con calma e tra le dieci e le dodici viene servito il brunch; in quell'orario è troppo tardi per la colazione e troppo presto per il pranzo, quindi è perfetto per il brunch, durante il quale si mangiano cose dolci e salate tipiche della colazione all’americana. Ultimamente anche in Italia si trovano spesso e volentieri bistrot, bar e ristoranti che servono il brunch unendo alla tradizione della colazione all'americana, alcune prelibatezze italiane come cornetti, cappuccino, caffè espresso ecc.
Tornando però alla vera protagonista di questo post, se ordinate il famoso breakfast negli Stati Uniti d'America vi verrà servito un immancabile succo d’arancia, frutta fresca, cereali con latte freddo, toast imburrati, uova al tegamino, bacon fritto, patate fritte o altri legumi, talvolta salsicciotti o prosciutto cotto e per finire, dolci quali pancakes con sciroppo d’acero oppure muffin con caffè o tè. Questo tipo di colazione ha origini antichissime in quanto risale alla tradizione coloniale dei contadini e dei pionieri, soprattutto del West. Era infatti abitudine e buona norma, prima di andare a lavorare per l’intera giornata, assicurarsi il giusto nutrimento e le dovute energie già alla mattina presto, anche perchè il pranzo era assai misero e leggero (e molto spesso veniva addirittura saltato) e pertanto si sarebbe dovuta attendere la sera per mangiare nuovamente qualcosa di sostanzioso e di caldo - un pò come succedeva nelle campagne italiane, dove si faceva colazione abbondantemente e si consumavano affettati, salumi e formaggi, latte, pane e olio, frutta secca ecc..
In queste abitudini antichissime si riflette ancora oggi il comportamento alimentare degli Americani: colazioni sostanziose, pranzi fugaci e leggeri, cene abbondanti. Ovviamente questa colazione risulta più leggera se fatta appena alzati prima di andare al lavoro, ma spesso gli americani consumano questo pasto in un locale, dopo essere usciti di casa.
E dopo aver preparato la mia versione per la sfida lanciata da Roberta di questo mese del MTC, che ha come tema proprio l'american breakfast, ho capito perché questo pasto viene consumato fuori casa: dopo aver finito di mangiare vi renderete conto di aver sporcato tutte le pentole possibili ed immaginabili, tirato fuori ogni stoviglia dal cassetto e ridotto la cucina ad un campo di battaglia. Dio benedica la lavastoviglie!
La mia proposta per un'american breakfast abbastanza tradizionale, ma decisamente "leggera" prevede: uovo alla benedict con salsa olandese, english muffin, pancakes con sciroppo d'acero e uno smoothie ai frutti di bosco. Passiamo quindi alle ricette; cercate di starmi dietro, che a 'sto giro è impegnativo!!
"Light" american breakfast
per due persone
per le uova alla benedict
2 uova in camicia
salsa olandese*
Potete seguire due metodi per fare le uova in camicia, uno è quello che ho spiegato qui, che è il metodo classico, con il vortice; l'altro è quello suggerito da Roberta, che ho provato e che vi riporto di seguito.
In una casseruola da 24 cm di diametro, versate circa 5 cm di acqua e scaldate a fuoco medio fino alla comparsa delle bollicine sul fondo e sui bordi della pentola (l'acqua dovrà essere a 80°).
Rompete le uova in ciotoline separate, un uovo per ogni ciotola, eliminando quelli con il tuorlo rotto.
Versate delicatamente le uova, una alla volta, sulla superficie dell'acqua, lasciando che vadano dolcemente a fondo. Lasciate abbondante spazio tra un uovo e l'altro, cuocendone non piu' di tre o quattro alla volta. Lasciatele cuocere indisturbate per 3 o 4 minuti, usando una spatola di gomma per staccare delicatamente le uova dal fondo della pentola, se fosse necessario.
Con un mestolo forato togliete le uova dall'acqua, una alla volta, scolandole molto bene e se dovete servirle subito, tamponate il fondo del mestolo con un pezzo di carta da cucina per assorbire tutta l'acqua in eccesso. Potete conservarle in frigorifero fino a 3 ore, avendo l'accortezza di deporle su un piatto coperto di carta da forno. Al momento di servirle, bastera' scaldarle per 35 o 40 secondi in acqua in leggera ebollizione.
per la salsa olandese* ricetta di Roberta
4 tuorli
il succo e la scorza grattugiata di 1/2 limone
1 pizzico di sale
120 g di burro fuso, meglio se chiarificato
Vi riporto prima il metodo di Roberta (1° metodo), e di seguito quello che ho utilizzato io (2° metodo).
1° metodo: in una ciotola di acciaio o che comunque sopporti le alte temperature, mescolate energicamente i tuorli con il succo di limone e un pizzico di sale. Ponete la ciotola sopra una pentola con acqua in leggera ebollizione: la ciotola non deve toccare l'acqua! Mescolando continuamente, fate scaldare i tuorli, poi versate a filo il burro fuso, sempre mescolando. Continuate a mescolare, in modo delicato e costante, fino a quando la salsa si sara' rappresa. Aggiustate di sale e pepe, unite anche la scorza grattugiata e servite subito.
2° metodo: (dal libro "Scuola di Cucina" de Le Cordon Bleu, Academie d'Art Culinaire de Paris) mettete i tuorli e l'acqua nel contenitore riscaldato di un mixer con le lame in metallo. Azionate la macchina, e a filo versate dall'apertura in altoill burro tiepido chiarificato. Unite infine il succo di limone e il sale.
per gli english muffin (io ho fatto un terzo della dose di Roberta e ho ottenuto 6 muffin)
450 g di farina forte per pane - manitoba
225 ml di latte
55 ml di acqua
7 g di lievito di birra disidratato
2 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaino di sale
In un pentolino, unite il latte e l'acqua e fate intiepidire a fuoco dolce. Versate il lievito nel liquido insieme ai due cucchiaini di zucchero, mescolate rapidamente con una forchetta o una piccola frusta per far sciogliere il lievito e lasciate riposare per una decina di minuti, finche' in superficie si sara' formato un sottile strato di schiuma.
Setacciate la farina in una terrina e versate nel centro il liquido con il lievito, mescolando dapprima con una forchetta e poi con le mani, incorporando a poco a poco la farina fino a che avrete un impasto non troppo sodo. Versate l'impasto sul piano di lavoro infarinato e incorporate a questo punto il sale. Impastate energicamente per almeno dieci minuti, unendo pochissima altra farina se dovesse risultare troppo appiccicoso. Alla fine dovrete ottenere un panetto liscio e vellutato.
Ungete una di burro una capace ciotola, rotolateci dentro il panetto e ponete a lievitare in luogo tiepido per almeno un'ora o finche' non sara' raddoppiato di volume.
Rovesciate nuovamente l'impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e appiattitelo con le mani, facendo uscire tutta l'aria, fino ad uno spessore di circa 1,5 cm, ma non di piu'.
Con un taglia biscotti di 7,5 cm di diametro, ricavate dei dischi di pasta che metterete su una placca da forno infarinata. Rimpastate i ritagli e ricavate altri dischi fino ad esaurimento della pasta. Lasciate riposare i muffins per 15/20 minuti, coperti da un panno o da un'altra teglia rovesciata.
Scaldate a fuoco medio una padella antiaderente a fondo spesso o, ancora meglio, se l'avete, in ghisa.
Disponeteci 4 muffins alla volta, riducete la fiamma e fateli cuocere per 4 o 5 minuti per ogni lato.
Devono rimanere molto soffici e non seccarsi, ma se avete l'impressione che non si siano ben cotti all'interno o sui bordi, potete trasferirli in forno a 180 gradi e farli cuocere per altri 3 o 4 minuti.
Sono ottimi appena caldi, ma se vi avanzano potete aprirli a metà, tostarli e consumarli - anche il giorno dopo - con della confettura a piacere.
Assemblate le uova alle benedict in questo modo: tagliate in due un english muffin, posizionate sulla metà inferiore l'uovo in camicia, nappate con la salsa olandese, mettete accanto la metà superiore e servite.
per i pancakes
1 uovo
1 cucchiaio di zucchero
4 cucchiai di farina
1 punta di cucchiaino di estratto di
vaniglia
latte q.b.
un pizzico di sale
la punta di un cucchiaino di lievito per dolci
in più ci servirà
un ricciolo di burro
Si sbatte l'uovo con lo zucchero, si
aggiunge la farina, il lievito, l'estratto di vaniglia, il sale e il latte, poco alla volta. La pastella deve essere
densa.
Scaldate a fuoco medio una padella
antiaderente facendo sciogliere al suo interno una noce di burro.
Quando sarà rovente, abbassate leggermente il gas e versate al centro un
mestolino di pastella.
Lasciate cuocere. Quando la superficie sarà cosparsa
di "buchini" e i bordi ambrati, è il momento di girarla per cuocere l'altro
lato. Far dorare e impiattare. Impilate nello stesso piatto 4 o 5
pancakes (i miei erano di circa 8 cm di diametro.
per lo smoothie ai frutti di bosco
250 ml di latte scremato freddo di frigo
150 g circa di frutti di bosco surgelati
Versate nel bicchiere del
frullatore gli ingredienti Frullate ad alta velocità fino ad ottenere un composto omogeneo e
denso. Servire subito.
Potete eventualmente aggiungere due cucchiai di zucchero, all'inizio della preparazione, se vi piace un gusto più dolce.
Ho aggiunto inoltre, un bicchiere di succo d'arancia senza zucchero, per accompagnare il tutto - ma non l'ho fotografato.
Buon risveglio!!