sabato 30 novembre 2013

UN VIAGGIO E DEI BISCOTTI AL COCCO, PRONTI IN 5 MINUTI!

Un viaggio desiderato. Sognato. Già vissuto almeno mille volte.
Idealmente potrei girare ad occhi chiusi tra quelle viuzze, tra i monumenti, i musei e i palazzi storici.
 
Mille volte mi sono seduta al tavolo di quei bistrot.
Ho mangiato tanti croissants, taaaaanti pain au chocolat, e tantiiiissimi macarons.
Sono uscita dalle boulangeries con la baguette ancora calda sotto braccio.
 
Ho visitato il Louvre, preso lezioni di pâtisserie all'école culinaire du Cordon Bleu, e fatto il classico giro con il bateau mouche sulla Senna.
 
E poi c'è lei... l'unica cosa su cui non ho mai immaginato di salire. E, paradossalmente, quella su cui non vedo l'ora di stare: la Tour Eiffel, il simbolo della città dei miei sogni, Parigi.
 
Non ci sono mai stata - sogni esclusi - ma l'ho sempre adorata, fin da bambina. Come ho sempre adorato "La vie en rose" di Edith Piaf.. non mi sapevo spiegare dove si originasse questo amore, fino a poco tempo fa, quando mia madre riordinando in casa ha ritrovato il carrillon che avevo vicino alla culla e con il quale mi addormentavo quasi subito beatamente.
Spinta dalla curiosità verso un ricordo così tenero della mia infanzia gli ho dato la carica e la sua melodia dolcissima mi ha subito risvegliato tanti ricordi. Non potevo non riconoscerla: il mio carrillon suona proprio "La vie en rose". E quando tra due giorni voleró a Parigi insieme al mio fidanzato, avró nella testa quella melodia per tutto il tempo....
 
Potrò finalmente gustare ogni croissant burroso, ogni crêpe farcita, ogni piatto di frites, ogni macaron.. mi scalderò le mani uscendo da una boulangerie con una baguette appena sfornata e finalmente potrò passeggiare sugli Champs-Élysées, salire a Montmartre e godere della meravigliosa vista che si apre davanti alla cattedrale del Sacre Coeur, andare alla ricerca di qualche pezzo unico spulciando tra i banchi dei bouquinistes....
 
Salutandovi, vi lascio questa ricetta per dei biscotti al cocco facilissimi e velocissimi da fare, di sicura riuscita e pure di riciclo degli albumi.
 
À bientôt!
 
Biscotti al cocco
 
 
200 gr di farina di cocco
200 gr di zucchero a velo
2 albumi grandi (se sono piccoli usatene 3)
 
Mescolate bene i tre ingredienti con le fruste o con un cucchiaio (non dovete montare nulla) fino ad ottenere un impasto omogeneo e morbido, quindi trasferite tutto nella sac à poche e formate in una teglia coperta di carta da forno dei mucchietti della grandezza di 1 noce.
 
Fate cuocere in forno già caldo a 180° per 10 minuti, poi spegnete il forno ed aprite lo sportello. Lasciate altri 10 minuti i biscotti dentro il forno in modo che finiscano di asciugare. 
Sfornate, lasciate raffreddare e gustateli.

 
 

giovedì 28 novembre 2013

TAGLIATELLE ALLA FARINA DI CASTAGNE CON PESTO ALL'ABRUZZESE

Questo mese è stata veramente dura.
 
Ho rischiato di non pubblicare nulla per la sfida di Novembre dell'emmetici. E infatti mi sono ridotta all'ultimo giorno.
 
Nell'ordine sono stata impegnata con: la Torta di nocciole senza farina, per l'MTC blog, il mio anniversario di fidanzamento, l'organizzazione di un corso di decorazione, un'esame di lingua e traduzione francese, il tutto condito con una bella dermatite che da 15 giorni non mi lascia tregua.
 
Quest'ultima, in particolare, davvero fastidiosa, mi ha tolto seriamente la voglia e di aggiornare il blog - nonostante ci siano più di 10 post impostati come bozze - e di mettermi ai fornelli... non sono nemmeno andata a vedere il post degli sfidanti di Novembre 2013. :-(
 
L'idea c'era: biscotti farciti con marmellata di castagne, che avevo fortuitamente preparato un mesetto fa (quindi prima che fosse svelato il vincitore del mese scorso e che fosse scelto il tema per la sfida successiva). Una settimana fa, ho preparato la frolla, cotto, sfornato ecc.... quando sono andata ad aprire il barattolo della marmellata: DISASTRO! Non so cosa possa essere andato storto, fatto sta che la mia marmellata aveva fermentato ed aveva un pessimo odore acido.. mezza giornata solo per togliere la polpa dalle castagne bollite andata a farsi benedire. 
 
Già non ero particolarmente motivata, ci mancava solo quella!
 
Ma non è nelle mie corde lasciarmi abbattere così facilmente dagli eventi!
Quindi, riorganizzate le idee è partita la ricerca alla farina di castagne. Voi non avete idea di quanto possa essere difficile trovarla nei supermercati!! Eppure è stagione, dovrebbe essere facilmente reperibile...macchè!
Dopo aver perlustrato ogni reparto "farine e preparati per dolci" della città, la luce: trovata!
 
 
E così ho realizzato le mie tagliatelle condite con un pesto all'abruzzese, fatto con pomodori secchi - non fatti in casa, ahimè - alici, pecorino, erbe aromatiche e una nota di peperoncino. Un'inno alla voglia di pomodori appena colti, ancora caldi di sole, che si sposano con l'aroma affumicato delle castagne e la sapidità delle alici e del pecorino: dalla costa all'entroterra abruzzese, con amore.
 
Tagliatelle alla farina di castagne con pesto all'abruzzese
 
 
per 4 persone

per le tagliatelle

150 g di farina di castagne
150 g di semola rimacinata di grano duro
3 uova
1 pizzico di sale

per il pesto all'abruzzese

una ventina di pomodori secchi sott'olio
4-5 acciughe
2 cucchiai di pecorino stagionato grattugiato
olio evo q.b.
un pizzico di peperoncino calabrese
sale q.b.
qualche fogliolina di timo fresco
qualche fogliolina di maggiorana fresca
un pizzico di origano
 
Impastate la pasta miscelando le due farine sul piano di lavoro, e predisponendole a fontana. Mettete al centro le 3 uova intere e un pizzico di sale. Impastate prima con l'aiuto di una forchetta, quindi a mano, fino ad ottenere un impasto liscio e piuttosto elastico.

 
Tirate la sfoglia abbastanza sottile. Io stavolta sono andata di matterello, spolverando il piano di lavoro e il matterello con abbondante semola rimacinata di grano duro.

Tagliate le tagliatelle e lasciatele asciugare, cospargendole di abbondante farina per non farle attaccare.
 
Quindi passate alla preparazione del pesto. Nel mixer mettete i pomodori secchi, le acciughe, il pecorino stagionato grattugiato, un pizzico di polvere di peperoncino calabrese, e qualche fogliolina di timo, di maggiorana e un pizzico di origano. Aggiungete inoltre olio evo q.b. per emulsionare.
Azionate il mixer, aggiungendo se necessario altro olio, fino ad ottenere una crema consistente. 
 

Cuocete le tagliatelle in abbondante acqua bollente salata, scolate, e condite con il pesto.
 
Accompagnate con un buon vino rosso, io un Montepulciano d'Abruzzo, Cantina Tollo. 

martedì 26 novembre 2013

GUINNES CHOCOLATE CAKE

Trascorre un pò più di tempo tra un post e l'altro, ma la mia cucina non chiude mai.
 
Sono stata impegnata con gli esami, e da una quindicina di giorni ho anche una brutta dermatite contro la quale non posso prendere altri provvedimenti che cospargermi di talco mentolato fino a diventare bianca come Casper.
Nonostante tutto, la cucina non chiude mai!
 
Nemmeno oggi, che fuori ci sono 30 cm di neve, le strade bloccate a causa del piano antineve della provincia - che, per inciso, non c'è. La mia cucina è sempre aperta e ho sempre una scorta di farina, zucchero, cacao, cioccolato fondente, lievito, per ogni evenienza.
Infatti stasera, visto che continua a nevicare e che ho già tutto in casa, farò la pizza, perchè con questo freddo ci sta proprio bene.
 
Come ci starebbe bene anche questa bella torta, calorica, avvolgente e dal gusto particolarissimo.
La guinness chocolate cake è una torta a base di cioccolato e birra guinness, un sapore particolare, pungente, una consistenza vellutata, accompagnata dalla cream cheese al whisky che gli da quel tocco in più.
 
Guinness chocolate cake
400 ml di birra guinness
350 gr di zucchero di canna - demerara
225 gr di farina
225 di burro morbido
4 uova medie
100 gr di cacao in polvere
2 cucchiaini di bicarbonato
1/2 cucchiaino di lievito per dolci

per la cream cheese

400 gr di formaggio cremoso tipo philadelphia
250 gr di zucchero a velo - io 200 gr
2 cucchiai di whisky

Nella planetaria, lavorate con la frusta il burro morbido con lo zucchero.
 
Incorporate le uova uno ad uno, facendo amalgamare bene dopo ogni aggiunta. In una ciotola, setacciate la farina insieme al lievito e al bicarbonato e in un’altra ciotola, mescolate la birra con il cacao.
Mentre il composto si amalgama, aggiungete, alternandoli, la farina e il composto di birra e cacao, fino a ottenere un’impasto omogeneo e non troppo compatto.
 
Versate il composto in uno stampo a cerchio apribile di 25cm di diametro, avendo cura di rivestire il fondo e i bordi dello stampo, prima, con della carta da forno, quindi cuocete in forno già caldo, a 180° per 1 ora abbondante, o fino a quando la torta sarà cotta - fate la prova stecchino e non avrete dubbi: quando uscirà pulito, sarà pronta.
Sfornare, e lasciar raffreddare del tutto.
 
Preparate la cream cheese lavorando, sempre con la frusta, il formaggio cremoso, aggiungendo il whisky e lo zucchero a velo in modo da ottenere una crema bella densa.
Spalmare la crema sulla superficie della torta, creando con il dorso di un cucchiaio delle onde molto coreografiche, e conservatela in frigo per almeno un’oretta prima di servire.

 

sabato 16 novembre 2013

IL PROFUMO DEI RICORDI: CECI ALLO ZAFFERANO


Anche quest'anno siamo alle porte dell'inverno. Le temperature si abbassano, i ritmi rallentano, le giornate diventano lunghe, noiose, bigie.
 
Uscire dal letto la mattina diventa una violenza perpetrata contro noi stessi, per la serie "datemi una sola buona ragione per la quale vestirmi a cipolla, sghiacciare la macchina a colpi di raschietto, e andarmi a imbottigliare nel traffico fatto di tante altre macchine popolate come me da persone che se ne sarebbero state volentieri al calduccio a casa".
 
E quando ritorniamo a casa abbiamo voglia di qualcosa di caldo.
Basta insalatone per rinfrescarci.
Basta pasta asciutta con quei sughetti succulenti di pomodoro fresco, olio e basilico.
Basta verdurine grigliate dietetiche in vista della prova costume.
 
Abbiamo voglia di un piatto consolatore, che ci aspetti fumante nel piatto, pronto ad avvolgerci con quel suo aroma inebriante, ma dai profumi che ci ricondano quella nonna amorevole che lo preparava per noi, mettendoci cura e pazienza.
Un profumo semplice e confortante, che ci riporti al passato.
 
Questi ceci mi ricordano la nonna di Ale, ogni volta che li preparo. Come i suoi ceci, non c'è niente.
E nessun tentativo di imitarli andato a buon fine, nonostante la ricetta sia rimasta scritta, e mi sia anche stata spiegata dalla nonna in persona, un paio di anni fa.

Diciamo che questa ricetta si avvicina molto alla sua.. che però non prevedeva lo zafferano.
 
Ceci allo zafferano
 

per 4 persone

250 g di ceci secchi
mezzo scalogno
zafferano in pistilli (io Zafferano di Navelli Dop)
sale
3 cucchiai di olio evo
un rametto di rosmarino
un cucchiaino di concentrato di pomodoro
peperoncino
 
La sera prima, mettete in ammollo in acqua fredda i ceci. La mattina, scolateli, sciacquateli velocemente e metteteli nella pentola a pressione con acqua fredda a coprire e qualche chicco di sale grosso. Lessate per 35-40 minuti dal fischio.
 
Una volta lessati, scolateli tenendo da parte l'acqua di cottura.
In una casseruola mettete l'olio e lo scalogno e fatelo imbiondire. Se desiderate un gusto più deciso potete utilizzare la cipolla. Diciamo che lo scalogno rimane più delicato.
Unite i ceci, un pò dell'acqua di cottura, il rosmarino, il concentrato di pomodoro e un idea di polvere di peperoncino. Fate sobbollire lentamente, girando di tanto in tanto e aggiungendo un paio di mestoli di acqua di cottura quando quella messa in precedenza si sarà quasi ritirata del tutto.
 
In una ciotolina, stemperare i pistilli di zafferano con poca acqua di cottura dei ceci, e lasciate in infusione finchè saranno idratati e l'acqua sarà diventata giallo intenso. A quel punto, versare anche questa nella casseruola insieme ai ceci.
 
Quando avrete aggiunto tutta l'acqua di cottura i ceci risulteranno cremosi, morbidi e saporiti. Aggiustate di sale e serviteli caldi come piatto unico, come in questo caso, o in accompagnamento a un secondo.
 
 

martedì 12 novembre 2013

TORTA DI NOCCIOLE SENZA FARINA, PER L'MTC BLOG

In un pomeriggio di una piovosissima e uggiosa giornata, mentre fuori imperversa il primo temporale invernale, nella mia cucina si respira il profumo del sottobosco.
 
In forno tostano delle nocciole, sprigionando un'aroma avvolgente, mentre sotto la pentola del bagnomaria l'acqua gorgoglia, ricordandomi che è il momento di iniziare a montare lo zabaione.
La torta che scopro oggi è una torta della tradizione piemontese, che racchiude tutto il profumo delle loro nocciole in un dolce semplicissimo, fatto di soli quattro ingredienti, senza grassi, senza lattosio e pure senza glutine.
 
Una torta straordinaria che perde le sue origini nelle case dei contadini del piemonte, che la preparavano per Natale, con le nocciole avanzate dal raccolto estivo. Proprio per la sua origine contadina, la ricetta della Torta di Nocciole non era stata codificata; si trovava, infatti, con l'aggiunta di ingredienti diversi con farina o senza, con cacao oppure con ruhm, con il lievito o senza, morbida o friabile.
Solo ai giorni nostri, i pasticceri della zona l'hanno posta sotto un disciplinare auto-imposto, con il nome di Torta Cortemilia, che prevede l'utilizzo dei seguenti ingredienti: Nocciole Piemonte IGP (minimo 35%), uova fresche, zucchero (al massimo in parte uguale alle nocciole), burro (15%) - che nella nostra ricetta però è omesso. Qualche aggiunta è concessa, tra gli ingredienti consentiti ci sono la farina di grano tenero, il lievito, il ruhm e un poco di cacao. Sono, invece, esclusi additivi o altri ingredienti, per preservarne la genuinità e l'essenza semplice.
 
Torta di nocciole senza farina


per la torta

200 g di nocciole, tostate e tritate
200 g di zucchero
4 tuorli
4 albumi

per lo zabaione al rhum

4 tuorli
120 g di zucchero
2-3 bicchierini di vino liquoroso (marsala o come in questo caso rhum scuro)

Prima di passare alla preparazione della torta tout court, è necessario fare un passaggio preliminare: tostare le nocciole (sbucciate e spellate) in forno per 10 minuti a 180°. Una volta sfornate, lasciatele raffreddare e tritatele con un mixer dotato di lame fino a ridurle a una consistenza molto fine, simile a farina.
Ora possiamo montare i tuorli con lo zucchero, con le fruste elettriche o la planetaria, fino ad avere un composto bianco e molto spumoso. Incorporate le nocciole tritate, facendo attenzione a non smontare il composto – io ho eseguito questo passaggio riducendo al minimo la velocità della planetaria, ma se avete paura che smonti, potete farlo anche con una spatola in silicone. A questo punto montate gli albumi a neve ben ferma e incorporateli al composto con le nocciole con l’aiuto di una spatola, mescolando dall’alto verso il basso.
Essendo senza lievito, il primo trucco per avere una torta soffice è far incorporare aria al composto, specialmente durante l’incorporamento degli albumi.
Il secondo trucco è la cottura: utilizzate uno stampo da 22/24 cm di diametro, ben unto (se siete intolleranti al lattosio potete utilizzare tranquillamente l’olio, altrimenti il classico burro); la cottura deve avvenire in FORNO BASSO, preriscaldato, a 160° per 45 minuti, ma anche un'ora. Controllatela dopo 30 minuti, se è il caso coprite la teglia con un foglio di alluminio, per evitare che scurisca troppo, ma in ogni caso non fatela cuocere a temperature alte. Nel mio forno sono stati sufficienti 50 minuti di cottura.
Trascorso il tempo di cottura, tiratela fuori dal forno quando è ancora umida. Servitela accompagnata da zabaione o con una bella tazza di cioccolata calda fumante, per compensare il fatto che la torta è senza grassi. Io ho scelto di accompagnarla con uno zabaione.

In una  casseruola lavorate i tuorli con lo zucchero fino a ottenere un composto bianco e spumoso. Sempre mescolando, aggiungete poco alla volta il rhum. Ponete sul fuoco e cuocete a bagnomaria, a fiamma molto bassa, continuando a mescolare senza far raggiungere l’ebollizione finché il composto comincia a montare. Ritirate subito dal fuoco e lasciate intiepidire.
Trasferite in un portalatte per versarlo su ogni fettina appena poco prima di servire o in ciotoline individuali da mettere accanto a ogni fetta.


Potete trovare questo post sul blog del MTC, qui.

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