Premesso che sia io che Ale adoriamo lo spezzatino e che io lo faccio spesso, una sfida migliore per
l'MTC di Gennaio, Marta e Chiara de
La cucina spontanea, non potevano veramente elaborarla!
La sfida di questo mese esalta questo secondo versatile e gustoso, cucinato come una volta, a fuoco lento e a lungo, perchè gli umori del sugo e del contorno si sprigionino insieme a quelli della carne, creando una vera magia nella pentola.
Io ho scelto di preparare il goulash che è uno dei piatti più conosciuti e rappresentativi della cucina ungherese, ma che è diffuso in tutta l'Europa dell'est seppure con delle piccole variazioni a seconda del paese che lo ha adottato.
La sua fortuna è sicuramente dovuta al fatto che nonostante sia un piatto abbastanza laborioso da preparare, è allo stesso tempo molto saporito e particolare grazie all'accostamento della carne di vitello con la cipolla, il pomodoro e soprattutto la paprika (che non è piccante, contrariamente a quanto si pensa, paprika in ungherese si traduce con peperone, ed indica l'ortaggio, oltre che la spezia) regina della cucina ungherese in generale.
L'origine di questa ricetta è molto povera ed è da ricercarsi tra i mandriani ungheresi che, quando trasportavano i pregiati manzi grigi dalla pianura della Puszta ai maercati di Moravia, Vienna, Norimberga e Venezia, usavano preparare questa sorta di spezzatino di carne di vitello dentro un grande paiolo messo sopra un fuoco di legna all'aperto.
Il nome stesso della ricetta sembra confermare questa versione visto che il termine gulyàs, ovvero goulash in ungherese, deriva proprio dalle parole gulyàs, che significa mandriano, e da gulya, che significa mandria.
Naturalmente per molti secoli il gulash fu solo il pasto dei mandriani e della povera gente che aveva ben poco a disposizione per nutrirsi.
Col passare del tempo, verso la fine del XVIII secolo che la gulyàsleves, la minestra dei mandriani, dalla prateria arrivò ad essere conosciuta dalle famiglie borghesi ed a riscuotere il grande successo che ha portato il gulash a diventare il piatto tradizionale ungherese per eccellenza.
L'ho mangiato la prima volta 8 anni fa, in gita nella bellissima Praga con la scuola.. all'inizio l'aspetto non mi convinceva molto, l'odore speziato e l'aroma delle cipolle era diversissimo da quello che di solito ero abituata a mangiare, ma fu amore al primo assaggio. La carne tenerissima, il sugo saporito, quel sentore di spezie, e gli gnocchi di pane, spugnosi e profumati, ideali per essere tuffati in quel sugo fitto.
Sono tornata in Repubblica Ceca nel 2010, e la prima cosa che ho ordinato al ristorante è stato proprio il Goulash: buonissimo proprio come ricordavo! Anche Ale, che non è molto cultore dei piatti non italiani ha gradito moltissimo.. continuava ad annuire mentre mangiava, e a dire "buono.. molto buono.. brava..". Che dite gli sarà piaciuto? :D
Goulash con gnocchi di pane
per il goulash
400g di spezzatino di vitello
80g di cipolla
400ml di brodo di carne
200g di patate
1 peperone rosso
175g di passata di pomodoro
1 bicchiere di vino rosso
1 cucchiaio di paprika dolce
1
cucchiaino di maggiorana
1 pizzico di cumino
Olio d'oliva
Sale
Pepe
Tagliare le cipolle a fettine a farle appassire in una pentola alta, grande e antiaderente in abbondante olio d'oliva per una ventina di minuti facendo in modo che non si brucino. Aggiungete il cumino e la maggiorana.
Dopo averla tagliata a cubi di 2-3 cm di lato versate nella pentola anche la carne di vitello e lasciatela rosolare mescolando di continuo in modo tale che la carne rilasci il suo liquido permettendo alle cipolle di non bruciarsi.
Aggiungete la paprika, il sale e una volta mescolato coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fuoco basso, mescolando ogni tanto, per almeno 1 ora aggiungendo solo se la carne sta asciugando un mestolo di brodo.
Trascorsa la prima ora di cottura, lavate e private dei semi il peperone, tagliandolo a cubetti, e aggiungetelo alla carne, coprendo con il brodo a filo della carne; rimettete il coperchio e lasciate cuocere ancora per un ora.
Trascorsa la seconda ora di cottura, sbucciate e tagliate a cubetti le patate, e aggiungete anche queste insieme a del brodo, se necessario, lasciando cuocere per altri 45 minuti.
Regolare di sale e pepe e servire caldo, accompagnato da un buon vino rosso (io Montepulciano D'Abruzzo).
Il gulash si puo’ conservare per 2-3 giorni direttamente in frigorifero, al momento di consumarlo tiratelo fuori e riscaldatelo in una casseruola aggiungendo poca acqua calda e se necessario salando. Volendo, si puo’ anche congelare una volta raffreddato del tutto.
per gli gnocchi di pane
1/4 cubetto di lievito di birra fresco
125g di latte tiepido
250g di farina 00
1 uovo piccolo
100g (circa) di pane leggermente raffermo fatto a cubetti piccoli
5g di sale
Per preparare gli gnocchi di pane, setacciate la farina in una capiente terrina.
Sciogliete il lievito di birra nel latte appena intiepidito e aggiungetelo alla
farina, insieme all'uovo e a un pizzico di sale. Lavorate e aggiungete i cubetti di pane raffermo e
lavorate ancora fino ad ottenere un impasto compatto ed omogeneo.
Lasciate riposare fino a che
l'impasto raddoppia di volume.
A questo punto, date all'impasto la forma di un salsicciotto e avvolgetelo o nella pellicola per alimenti come ho fatto io, lasciandola leggermente lenta in modo da favorire la lievitazione o in un panno di
cotone pulito, quindi mettetelo in un posto caldo a lievitare per un'altra mezz'ora.
Portate ad ebollizione abbondante acqua in una pentola capiente abbastanza per accogliere tutto il salsicciotto e adagiatelo delicatamente al suo interno (se scegliete di avvolgerlo nella pellicola per alimenti, sigillate quest'ultima ai lati a caramella e mettete il salsicciotto a cuocere nella pentola con l'acqua bollente). Dopo 15 minuti girate il salsicciotto e proseguite la cottura per altri 15 minuti.
Togliete dalla pentola e lasciate intiepidire su un tagliere, quindi tagliate a fette spesse circa 2 cm e servite insieme al goulash caldo.
Sorprendentemente, la cottura all'interno della pellicola non solo rivela uno gnocco di pane perfettamente cotto, ma lo mantiene umido al punto giusto, morbido e dal profumo inconfondibile di pane appena sfornato.