martedì 23 aprile 2013

LA MIA INFANZIA, VISTA CON GLI OCCHI DI UN COWBOY

Magari pure sporco e polveroso, ma con quel fascino da bello e dannato che avevano solo i cowboy dei migliori western della storia del cinema.
Prima una torta texana e ora vaneggio di cowboy.. no! non sono impazzita, se è questo che vi stavate chiedendo. ^^
La sfida dell'emmetici questo mese ci porta nuovamente oltreoceano, dove due mesi fa avevamo scoperto e conosciuto la red velvet (qui e qui le mie due versioni); questa volta scopriamo forse uno dei piatti più celebri della cucina americana: il chili con carne, proposto da Ann di Blog2food, la vincitrice della sfida sulla fideuà.

La ricetta è semplicissima, carne, salsa chili e spezie: stop! La cottura è lunga, perchè è comunque uno stufato, e dovrete far riposare la carne diverse ore prima di servirla - Ann dice anche di prepararla il giorno prima - e dovete abbinarci un buon contorno e un ottimo pane, perchè mica vorrete che quel sughino li vada perduto eh?!

Io in questo piatto ho ritrovato molti dei sapori della mia infanzia (che se non ci fosse l'emmetici a farci scoprire e riscoprire certe cose, ma noi dell'MTC Worldwide fan club, come faremmo??!)

Non sono mai stata negli USA da piccola, nel caso ve lo chiedeste, ma ho ritrovato un pò di me in ognuno di questi elementi.
Innanzitutto la carne stufata, "volgarmente" chiamato spezzatino: il procedimento e gli ingredienti sono diversi, ma il sapore, il sughino avvolgente, e la carne così tenera che si scioglie in bocca, quelli sono prerogative dello spezzatino di mamma Luigina!

Secondo elemento: le patate. Oggi usiamo spesso e volentieri le patate in busta, per il purè, perchè si corre sempre e non si ha tempo per fare le cose con tutti i santi crismi - per lo meno sette volte su dieci - ma quando ero piccola e questi preparati non esistevano, ogni volta che mia madre metteva a lessare delle patate per farci il purè per cena, era una vera festa. Una morbidezza e un sapore unico, molto simile in verità a queste patate alla panna acida.

Terzo elemento: il pane di granturco. Ogni volta che si andava in gita al mare facevamo sempre la stessa strada, quella che da Antrodoco va verso Posta, e transita per un paesino chiamato Acquasanta Terme - nelle Marche, a una ventina di km da Ascoli Piceno. In quel piccolo paesino, c'è un forno che fa il più buono pane di granturco che io abbia mai mangiato: guai se ad ogni passaggio non prendevamo un paio di pagnotte di quel pane - che la maggior parte delle volte era appena sfornato, ancora caldo - una da mangiare subito, e una da riportare a casa - una vera goduria per le papille gustative. In questo pane, fatto seguendo la ricetta di Martha Stewart, ho ritrovato non solo la stessa fragranza, ma anche la stessa consistenza, umida e leggermente sbriciolosa di quel pane.

Dopo aver provato la Plum & Pinon streusel cake e questo meraviglioso chili, ribadisco il concetto che se in Texas si mangia così bene, io voglio andarci!!
 
Chili, sour cream mashed potatoes & classic cornbread



Ingredienti per 4 persone

Per il chili

800 gr di spezzatino di manzo
4 peperoncini freschi dolci
sale e pepe q.b.
1 cucchiaino di paprika dolce
1/2 cucchiaino di salsa chili (con i peperoncini secchi) per la quale ci occorrono:

10 peperoncini secchi (io 4 peperoncini neri di calabria e 6 peperoncini piccoli)
acqua calda

Per le patate alla panna acida

550 gr di patate
220 gr di latte
70 gr di burro
50 gr di panna acida
sale e pepe q.b.
noce moscata

Per il cornbread - ricetta di Martha Stewart

125 gr di burro fuso
187 gr di farina gialla
125 gr di farina 00
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di lievito per torte salate
1/2 cucchiaino di sale
1 punta di cucchiaino di bicarbonato di sodio
125 ml di latticello (io latte parzialmente scremato)
2 uova medie
 
Partiamo dalla preparazione della salsa chili a base di peperoncini freschi dolci e quella con i peperoncini secchi.

Per le salse a base di peperoncini ho seguito i consigli di Elena, del blog La cucina di Bucci, pubblicati sul blog dell'MTC.
Iniziamo con quella di peperoncini freschi.


Il procedimento è uguale a quello per fare i peperoni arrostiti; accendiamo il forno a 220°, pulite i peperoncini con un panno leggermente inumidito, se sono molto sporchi. Disponeteli in una teglia rivestita con carta forno e infornate per 10-20 minuti girandoli di tanto in tanto, finchè la pelle non diventerà nera in più punti. A quel punto sfornate, lasciateli riposare o avvolti nella carta d'alluminio o in un sacchetto di plastica per alimenti ben chiuso per 15 minuti circa: questo passaggio faciliterà l'operazione di spellatura.
Spellate, eliminate il peduncolo e i semi, e frullate. La salsa (sia quella di peperoncini freschi, che quella fatta con quelli essiccati) si conserva in frigo per qualche giorno coperta da olio evo, oppure in congelatore per diverso tempo.

Per la salsa chili di peperoncini secchi.

 
Aprite per il lungo un peperoncino alla volta, eliminate i semi, i filamenti e il peduncolo, quindi mettete i peperoncini puliti in una ciotolina e versatevi sopra acqua bollente fino a coprirli a filo. Lasciate in infusione per 2 ore.
Trascorso il tempo di infusione, scolateli - tenendo da parte l'acqua - e metteteli nel bicchiere del mixer con parte dell'acqua per ottenere una pasta abbastanza densa. Aggiungete se necessario altra acqua per mixare al meglio. Filtrate la pasta con l'aiuto di un setaccio a maglie fine in modo da eliminare ogni buccia e recuperare tutta la polpa.

Una volta che le salse sono pronte possiamo preparare la carne.
In una pentola ampia, dai bordi alti e il fondo spesso ed adatta anche alla cottura in forno mettiamo la carne, la salsa di peperoncini freschi e poca di quella con i peperoncini secchi - che è quella HOT! quindi va dosata in base ai gusti personali - saliamo, pepiamo e aggiungiamo la paprika. A fuoco dolcissimo facciamo cuocere con il coperchio per 1 ora e mezzo, girando di tanto in tanto.


Proseguiamo la cottura della carne in forno preriscaldato a 120° ancora per 1 ora e mezzo, controllando e girando ogni tanto.

Per le patate alla panna acida: lessiamo le patate con la buccia finchè la lama di un coltello entrerà facilmente nella polpa, le scoliamo e quando sono un pò tiepide le spelliamo e le schiacciamo in una ciotola con l'aiuto di uno schiaccia patate. In un pentolino mettiamo a scaldare il latte e il burro insieme. Quando il composto sarà caldo e il burro sciolto lo versiamo nelle patate, amalgamando il composto. Aggiungiamo la panna acida, sale e pepe, e un pizzico di noce moscata in polvere.



Servire calde.

Prepariamo ora il corn bread. Preriscaldiamo il forno a 200° e imburriamo uno stampo quadrato di 15 cm di lato - io uno stampo piccolo da plum cake. Nella ciotola del mixer misceliamo le due farine, il sale, il lievito per torte salate e il bicarbonato di sodio. A parte battiamo le due uova leggermente insieme al latticello (io ho usato il latte). Fondiamo il burro in un pentolino e lo lasciamo intiepidire.


Con il mixer azionato, aggiungiamo la miscela di uova e il burro e lasciamo amalgamare finchè il composto sarà omogeneo: risulterà molto morbido, tranquilli va bene così. Inforniamo e cuociamo per circa 25-30 minuti, finchè, facendo la prova stecchino questo ne uscirà pulito. Questo pane, oltre ad essere straordinariamente buono, umido e profumato, si conserva a temperatura ambiente, avvolto nella pellicola per oltre 3 giorni.



Componiamo ogni piatto con un mestolo di chili di carne, delle patate alla panna acida e una fetta di cornbread. L'ideale sarebbe accompagnarlo con della buona birra artigianale, ma nessuno vi vieta di servire insieme al chili un buon vino rosso.

sabato 20 aprile 2013

PLUM & PINON STREUSEL CAKE, DAL TEXAS CON FURORE!

Ci sono giornate che partono in sordina, per poi farti ingranare la quarta!
E' il caso di mercoledì scorso, quando, molto timorosa e ancor più dubbiosa, mi sono seduta davanti al monitor dell'aula informatica della mia facoltà per sostenere per la sesta - si avete letto bene, SESTA - volta l'idoneità di informatica. Domanda dopo domanda, minuto dopo minuto... dopo 54 minuti ho consegnato la prova e il risultato si è palesato di fronte ai miei occhi: PROVA SUPERATA!!! Era un'esame semplice, tuttosommato, ma se siete dei muli come me con la matematica, era uno scoglio grande come i Faraglioni a Capri.
Dopo aver tirato un sospiro di sollievo, e ringraziato il professore (e non nego, anche qualche santo), sono tornata a casa e mi sono messa al lavoro per l'MTC.

Fare una torta dopo certe giornate mi rilassa tantissimo, e questa torta prometteva molto.
E' una torta originaria del texas, dove Ann, la vincitrice dello scorso mese dell'MTC, ha vissuto alcuni anni. Vi dico solo questo: se in Texas si mangia così bene, voglio trasferirmi lì!
 
Plum and pinon streusel cake
 
 
Per lo streusel

45 gr di burro freddo
105 gr di zucchero di canna
70 gr di pinoli tostati
1 cucchiaino di cannella
1 pizzico di sale

Per il crumble

75 gr di farina 00
170 gr di burro a t.a.
150 gr di zucchero semolato
1 pizzico di sale

Per la torta

170 gr di burro a t.a. + quello per imburrare la teglia
325 gr di farina 00
2 cucchiaini di lievito per dolci
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di sale
250 gr di zucchero
3 uova grandi
338 gr di panna acida
340 gr di prugne
1 cucchiaino di estratto di vaniglia naturale

in più ci occorrerà

zucchero a velo

Per prima cosa occorre preriscaldare il forno a 180° e imburrare e infarinare una tortiera da 26 cm Ø.

Ora passiamo a preparare lo streusel, che è molto simile al crumble, con la differenza che il burro presente nell'impasto deve essere lavorato a freddo e si deve cercare di non scaldarlo; mettiamo tutti gli ingredienti in una terrina, poi con due coltelli si fa un impasto grossolano, che deve risultare molto "bricioloso" (si lavora con le lame dei coltelli proprio per evitare di scaldare il burro) - in alternativa, per chi lo possiede, si può utilizzare il pastry blender (letteralmente, frusta per impasto). Finita la lavorazione poniamo la terrina con lo streusel in frigo.

Successivamente possiamo preparare il crumble. In un'altra terrina mettiamo tutti gli ingredienti e, stavolta con le dita, sbricioliamo, andando ad amalgamare il burro alla farina e allo zucchero fino ad ottenere delle briciole. Io ho lavorato questo impasto nella planetaria, con il gancio K a velocità 4 per un paio di minuti. A fine lavorazione anche il crumble va riposto in frigo fino al momento di essere utilizzato.

E ora tocca alla torta. Setacciamo la farina, il lievito, il bicarbonato e il sale in una terrina.
Nella ciotola della planetaria - ma potete benissimo usare lo sbattitore elettrico - ho inserito il burro a temperatura ambiente e lo zucchero, e con il gancio K ho montato finchè il burro era bianco e spumoso. Battiamo leggermente le uova da parte, abbassiamo la velocità a 3 e le inseriamo in due-tre volte nel composto di burro, lavorando bene dopo ogni aggiunta ed eventualmente staccando dalle pareti l'impasto con una spatola.

A questo punto inseriamo la farina e la panna acida, alternandole e iniziando e finendo con la farina (farina-panna-farina-panna-farina), lasciando amalgamare bene il composto dopo ogni aggiunta.

La versione originale della torta prevede l'uso delle susine, ma visto che siamo fuori stagione e che per pura fortuna ho trovato delle prugne rosse al super, mi sono dovuta accontentare di quelle. Ora si dovrebbero lavare, tagliare a metà, privandole del nocciolo, e inserire nell'impasto; io che ho trovato prugne più grandi, le ho tagliate in pezzi più piccoli e le ho unite al composto con la spatola, aggiungendo infine la cannella.
Non rimane che assemblare la torta nella teglia per la cottura, che è l'unica vera difficoltà di questa torta. Procediamo così: versiamo metà impasto della torta sul fondo della tortiera, versiamo sopra lo streusel, quindi completiamo con la restante metà di impasto della torta e lo spruzziamo con l'estratto di vaniglia.


Inforniamo a forno già caldo (a 180°) per 20 minuti. Trascorsi questi primi 20 minuti di cottura, tiriamo fuori dal forno, aggiungiamo il crumble e inforniamo nuovamente per ulteriori 25-30 minuti, o finchè la superficie è ben dorata.
A quel punto possiamo sfornare, e lasciare freddare completamente su una gratella.
Visto che la torta è molto umida vi consiglio di utilizzare una tortiera a cerchio apribile in modo che non appena sia fredda potete togliere il cerchio e lasciarla freddare sul fondo della tortiera, e poi, solo quando è completamente fredda, trasferirla su un vassoio aiutandovi con una spatola angolata.

Servire spolverando la superficie con dello zucchero a velo.


E' una torta buonissima, soffice, umida e burrosa, con il giusto contrasto acidulo e dolce, che si sposa a meraviglia con quella crosticina croccante del crumble, che da quel tocco in più! Ricorda il sapore della Mantovana e della torta di mele.... è buonissima: dovete provarla!

Potete trovare questo post anche qui, sul blog dell'emmetici.

martedì 16 aprile 2013

ORECCHIETTE CON BROCCOLI E SALSICCIA

Post veloce oggi, ma non disperate, bollono in pentola dei piatti fantastici, direttamente dal Texas!
 
In questi giorni di tempo incerto, con sole e aria calda alternati a nuvole e venti più freddi, si sente ancora il bisogno di un primo piatto buono, che "scalda",ma allo stesso tempo leggero perchè c'è solo un filo d'olio a crudo e la presenza della salsiccia sbriciolata lo fa diventare un perfetto piatto unico. Ed è pure veloce da preparare: si fa tutto mentre l'acqua bolle e la pasta cuoce, quindi ideale anche se si va di corsa o se all'ultimo momento di ha qualche commensale in più all'improvviso.
 
Orecchiette con broccoli e salsiccia
 

Per 4 persone

320 gr di orecchiette di grano duro
300 gr di broccoli (io ho usato quelli surgelati)
3 salsicce di maiale
sale
peperoncino
uno spicchio d'aglio
olio evo
 
Per prima cosa mettiamo a bollire l'acqua in una pentola molto capiente; quando bolle buttiamo le orecchiette, le mie 18 minuti di cottura.
Nel frattempo ho tolto la pelle alle salsicce, le ho sbriciolate e le ho messe a cuocere in una padella ampia, dove poi salterò la pasta.
Dopo 8 minuti ho buttato insieme alle orecchiette i broccoli ancora surgelati e ho finito la cottura della pasta.


Quindi ho scolato il tutto e ho fatto saltare nella padella, insieme alla salsiccia, aggiungendo un filo d'olio, uno spicchio d'aglio e una spolverata di peperoncino. Potete lasciare i broccoli così come sono, interi, oppure schiacciarli con una forchetta.
 
Impiattate e servite. Accompagnate con un buon bicchiere di vino rosso, magari un buon Montepulciano d'Abruzzo.
 

martedì 9 aprile 2013

UOVO IN CAMICIA CON PEPERONI E ACETO BALSAMICO: SI PARTE DALLE BASI!

Martedì scorso guardavo Masterchef, e i concorrenti dovevano riprodurre un piatto ideato dal vincitore della prima edizione, Spyros: fondina di peperoni con uovo in camicia. Praticamente c'erano dei peperoni arrosto con un uovo in camicia - e poi panato con briciole di pane alle olive e fritto. 
La vera difficoltà del piatto era costituita proprio dalla doppia cottura dell'uovo.

Le uova sono un'alimento semplice, nutriente e completo, e allo stesso tempo sono uno degli alimenti più difficili da cucinare in purezza: la cottura in camicia è un vero e proprio spauracchio per molti! Guardavo infatti i concorrenti che nel pieno del panico cercavano di cuocere un uovo in camicia perfetto.
 
L'uovo in camicia, al contrario di ciò che si crede comunemente, non è l'uovo all'occhio di bue cotto nel tegamino: la cottura è effettuata in acqua bollente acidulata con aceto di vino bianco, il tuorlo viene racchiuso e avvolto nell'albume che rassoda attorno ad esso. La difficoltà sta proprio nel far si che l'uovo si chiuda su se stesso, senza che si rompa, e lasciando il tuorlo all'interno liquido.
 
Oggi mi sono cimentata in questa "titanica" impresa.
 
Uovo in camicia con peperoni e aceto balsamico
liberamente tratta da una ricetta di Spyros Theodoridis
 
 
per i peperoni
 
4 peperoni gialli e rossi
olio evo
1 spicchio d'aglio
1 bicchiere d'acqua
 
per le uova in camicia
 
1 o 2 uova per ogni commensale, freschissime
acqua bollente
aceto di vino bianco
 
Laviamo i peperoni, li tagliamo a metà ed eliminiamo i semi e le parti bianche interne, quindi li tagliamo a listarelle. Mettiamo i peperoni in un tegame con un filo d'olio evo, l'aglio e l'acqua, copriamo con il coperchio e lasciamo cuocere a fuoco bassissimo per 1 ora 1 ora e 15, girando di tanto in tanto. 
 
Quando i peperoni saranno cotti prepariamo le uova.
 
In un tegame dai bordi alti si mette a bollire l'acqua, e non appena sobbolle si aggiunge l'aceto di vino bianco, circa 100 ml ogni 2 litri d'acqua. Rompiamo le uova in una ciotolina: sarebbe meglio romperne uno alla volta e calarlo in acqua per evitare che si agglomerino in cottura.
Non appena riprende il bollore, con un cucchiaio, si gira, creando un vortice, al centro del quale si mette l'uovo che inizierà a girare insieme all'acqua e si chiuderà su se stesso. Abbassiamo il gas e lasciamo l'acqua bollire piano. Possiamo aiutare l'uovo a chiuedersi girando piano l'acqua, sempre nello stesso verso e senza toccare l'uovo.
Deve cuocere per 2 minuti in totale, affinchè l'uovo resti liquido al centro.
 
 
Quindi scolare con una schiumarola e scolarlo su un foglio di carta assorbente, eliminando poi eventuali irregolarità dei bordi con un coltellino affilato.
 
Servire immediatamente.

Io l'ho accompagnato con dei peperoni arrosto, ma si sposta benissimo con delle verdure stufate o degli asparagi al burro, farete un figurone con pochi e semplici ingredienti!

venerdì 5 aprile 2013

PER CEDERE ALLA TENTAZIONE: HI-HAT CUPCAKES

Chi viene a cena - o a pranzo - a casa mia, si aspetta sempre di trovare un buon dolce a conclusione del pasto.. E infatti non manco mai di soddisfare i miei ospiti con una piccola - o grande - golosità.
 
Ho servito questi cupcakes la scorsa settimana, dopo una bella cena la cui portata principale erano dei fumanti spaghetti alla gricia.. 
A cena eravamo nove, e avevo fatti sedici, ne sono avanzati due soli (di cui uno messo da parte prima di servirli per quel golosone di mio fratello)!
Questo è il momento perfetto per farli, perchè scommetto che nella vostra dispensa c'è un bel pò di cioccolato delle uova di Pasqua da smaltire: provateli!
Vi riporto la ricetta originale, anche se io per la base ho usato quella per gli oreo cupcakes, omettendo il cacao che non avevo, facendo quindi una base alla vaniglia e mettendo una mini meringa - con cottura a forno spento) come cappellino. In rosso, vi riporto le mie modifiche.
 
Hi-hat cupcakes
 
 
Ricetta e procedimento dal blog Penna e Forchetta

Per 20 cupcakes (la base è una devil's food)

180 g burro a temperatura ambiente
90 g cacao
90 g acqua calda
90 g latticello
360 g farina
1 cucchiaino di bicarbonato di soda
1/2 cucchiaino di sale
160 g zucchero
2 uova
1 cucchiaino di vaniglia

Per il frosting

600 g zucchero (io 250 gr)
6 bianchi d'uovo a temperatura ambiente
120 g acqua (l'ho omessa)
1/2 cucchiaino di cremor tartaro
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

Per la copertura di cioccolata
700 g cioccolato fondente al 50% (io 200 gr)
6 cucchiai di olio di girasole (io 1 cucchiaio)

Per prima cosa scaldo il forno a 180° e preparo i pirottini negli stampi da muffin.

In una ciotola mescolo il cacao con l'acqua calda fino ad ottenere un composto morbido. Aggiungo il il latticello, mescolo e lascio da parte.
In una seconda ciotola mescolo la farina setacciata, il sale e il bicarbonato di soda, mescolo e lascio da parte.
Nel frattempo, con l'aiuto della frusta elettrica, mescolo, in un'altra ciotola, il burro e lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Raggiunto questo stadio mescolo ancora per 3-4 minuti e quindi aggiungo le uova una alla volta continuando a mescolare.
Aggiungo quindi la vaniglia.

A questo punto aggiungo il composto a base di farina alternandolo con l'impasto a base di cacao. Faccio attenzione di iniziare e terminare con il composto a base di farina.
Continuo a utilizzare le fruste finché non ottengo un composto omogeneo.

Verso l'impasto nei pirottini di carta e faccio cuocere nel forno caldo a 180° per circa 15 minuti. Prova stecchino.

Spengo il forno, tolgo gli stampi dal forno e lascio riposare per circa un quarto d'ora.
Tolgo i cupcakes dagli stampi e lascio raffreddare su una graticola per dolci.

Frosting

In una pentola, o in una ciotola di metallo, (idoneo per essere messo a bagnomaria), metto lo zucchero, i bianchi d'uovo, l'acqua e il cremor tartaro.
Con l'aiuto di una frusta elettrica mescolo finché non ottengo un composto spumoso.

Nel frattempo preparo il bagnomaria facendo scaldare un poco d'acqua in una pentola sufficientemente capiente e appena l'acqua comincia a bollire vi trasferisco la pentola con i bianchi d'uovo montati.
Continuo a utilizzare le fruste per circa 5 minuti, finché, toccando i bianchi montati a neve, questi non risultino tiepidi (io ho portato a 85°, come si fa per la meringa svizzera).
Aggiungo la vaniglia, tolgo dal fuoco e nella ciotola del ken con la frusta ho montato per 15 minuti.

A questo punto trasferisco il frosting in un sac a poche con punta tonda e ricopro i cupcakes.
Mentre preparo la copertura di cioccolato lascio riposare i cupcakes in frigorifero.
NDR. Con il frosting avanzato ho formato delle mini meringhe su una teglia rivestita di carta forno e ho cotto a forno spento, secondo il metodo che potete trovare qui.

Copertura al cioccolato

Spezzetto il cioccolato in una pentola e aggiungo l'olio di girasole. Metto il cioccolato a cuocere a bagnomaria e lo lascio sciogliere mescolando.
Una volta sciolto lo trasferisco in un contenitore piccolo ma profondo (ad esempio il bricco del latte).
Lascio raffreddare per un quarto d'ora

Assemblaggio

Appoggio una graticola da dolci su un foglio di cara da forno (così eviterò di sporcare il tavolo con il cioccolato che sgocciolerà dai cupcakes).Prendendo il cupcake per la base lo immergo rapidamente nella copertura. Lo estraggo e lo lascio asciugare sulla gratella. Procedo così per tutti i cupcakes. Al termine con un cucchiaino prelevo un poco di copertura che faccio colare su eventuali "buchi".
 

Mettere in frigorifero per 2 ore prima di servire.
 
Questo è ciò che ne è rimasto.. "vuoti a rendere" mi hanno detto, "così puoi riempirli di nuovo!"
 
 

martedì 2 aprile 2013

AMETLLES GARAPINYADES: SIMILITUDINI TRA L'ABRUZZO E LA CATALUNYA

"Nel XVI secolo si sostituì alla dominazione angioina la dominazione spagnola. Il fiero popolo abruzzese mal sopportò la nuova tirannia e numerose furono le rivolte che si succedettero. La più grave fu quella scoppiata a L'Aquila nel 1529.

Il castello che sorge a L'Aquila fu eretto dagli Spagnoli per alloggiarvi una guarnigione che sorvegliasse la città.
Il forte Spagnolo dell'Aquila, imbiancato dalle abbondanti nevicate di Febbraio 2012
Sul portale si leggeva la scritta, ora tolta, che spiegava lo scopo di quel castello :
"Ad reprimendam audaciam Aquilanorum"

"Per reprimere l'audacia degli Aquilani".

Ma nonostante le severe misure di repressione adottate dagli Spagnoli, gli Abruzzesi non trascurarono alcuna occasione per ribellarsi. Essendo scoppiata una nuova rivolta, nel 1684, gli Spagnoli decisero di dividere la regione in tre province, per sorvegliarla meglio. Le province ebbero come capoluogo le città di Chieti, Teramo e l'Aquila. Questa divisione continuò ad esistere anche sotto la dominazione austriaca e borbonica. Solo nel 1860, à conclusione dell'impresa dei Mille, l' Abruzzo venne liberato dalle truppe italiane, comandate dal generale Cialdini. Da allora la sua storia segue le vicende delle altre regioni italiane."
Va da se che ci sono dunque delle fortissime influenze spagnole anche nella cucina abruzzese. Infatti gli spagnoli insediatisi in queste terre, avevano portato con loro, oltre ai fucili, anche le loro tradizioni gastronomiche.
Nel periodo di Natale, a fine pasto, sono infatti immancabili sulle tavole degli aquilani i nocci attorrati, ovvero mandorle intere, velate da una copertura di zucchero. La similitudine con le ametlles garapinyades è lampante. Stesso risultato estetico, stesso sapore.
Nella variante abruzzese le mandorle sbollentate in acqua per qualche istante per eliminare la pelle, e all'acqua per la caramellizzazione si sostituisce l'alkermes, che conferisce alla copertura zuccherina delle mandorle un colore leggermente rossastro.
 Ametlles garapinyades o mandorle caramelizzate
 

100 gr di mandorle con la pelle/buccia
125 gr di zucchero
1 dl d'acqua

Riunire tutti gli ingredienti in una pentola di alluminio e mettere sul fuoco che bolla pian piano, senza mai smettere di mescolare con un mestolo di legno.
 
Dopo qualche istante le mandorle cominciano a fare rumore e magari anche a scoppiettare, allora togliere dal fuoco, ma senza smettere di mescolare fino che lo zucchero non si sia seccato.
Poi di nuovo ripetere e rimettere la pentola sul fuoco, sempre mescolando, e poi toglier di nuovo, e così un pò di volte, facendo attenzione di non fare scioglier lo zucchero.
Quando le mandorle e lo zuchero hanno un colore dorato stenderle sul marmo o carta da forno oleata in modo di non farle attaccare le une con le altre e lasciarle raffreddare.
 

Potete trovare questo post anche sul blog dell'Emmetici!

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