"Nel XVI secolo si sostituì alla dominazione angioina la
dominazione spagnola. Il fiero popolo abruzzese mal sopportò la nuova tirannia
e numerose furono le rivolte che si succedettero. La più grave fu quella
scoppiata a L'Aquila nel 1529.
Il castello che sorge a L'Aquila fu eretto dagli
Spagnoli per alloggiarvi una guarnigione che sorvegliasse la città.
Il forte Spagnolo dell'Aquila, imbiancato dalle abbondanti nevicate di Febbraio 2012 |
"Ad reprimendam audaciam Aquilanorum"
"Per reprimere l'audacia degli Aquilani".
Ma nonostante le severe misure di repressione adottate dagli Spagnoli, gli Abruzzesi non trascurarono alcuna occasione per ribellarsi. Essendo scoppiata una nuova rivolta, nel 1684, gli Spagnoli decisero di dividere la regione in tre province, per sorvegliarla meglio. Le province ebbero come capoluogo le città di Chieti, Teramo e l'Aquila. Questa divisione continuò ad esistere anche sotto la dominazione austriaca e borbonica. Solo nel 1860, à conclusione dell'impresa dei Mille, l' Abruzzo venne liberato dalle truppe italiane, comandate dal generale Cialdini. Da allora la sua storia segue le vicende delle altre regioni italiane."
"Per reprimere l'audacia degli Aquilani".
Ma nonostante le severe misure di repressione adottate dagli Spagnoli, gli Abruzzesi non trascurarono alcuna occasione per ribellarsi. Essendo scoppiata una nuova rivolta, nel 1684, gli Spagnoli decisero di dividere la regione in tre province, per sorvegliarla meglio. Le province ebbero come capoluogo le città di Chieti, Teramo e l'Aquila. Questa divisione continuò ad esistere anche sotto la dominazione austriaca e borbonica. Solo nel 1860, à conclusione dell'impresa dei Mille, l' Abruzzo venne liberato dalle truppe italiane, comandate dal generale Cialdini. Da allora la sua storia segue le vicende delle altre regioni italiane."
Va da se che ci sono dunque delle fortissime influenze spagnole anche nella cucina abruzzese. Infatti gli spagnoli insediatisi in queste terre, avevano portato con loro, oltre ai fucili, anche le loro tradizioni gastronomiche.
Nel periodo di Natale, a fine pasto, sono infatti immancabili sulle tavole degli aquilani i nocci attorrati, ovvero mandorle intere, velate da una copertura di zucchero. La similitudine con le ametlles garapinyades è lampante. Stesso risultato estetico, stesso sapore.
Nella variante abruzzese le mandorle sbollentate in acqua per qualche istante per eliminare la pelle, e all'acqua per la caramellizzazione si sostituisce l'alkermes, che conferisce alla copertura zuccherina delle mandorle un colore leggermente rossastro.
Nel periodo di Natale, a fine pasto, sono infatti immancabili sulle tavole degli aquilani i nocci attorrati, ovvero mandorle intere, velate da una copertura di zucchero. La similitudine con le ametlles garapinyades è lampante. Stesso risultato estetico, stesso sapore.
Nella variante abruzzese le mandorle sbollentate in acqua per qualche istante per eliminare la pelle, e all'acqua per la caramellizzazione si sostituisce l'alkermes, che conferisce alla copertura zuccherina delle mandorle un colore leggermente rossastro.
Ametlles garapinyades o mandorle caramelizzate
100 gr di mandorle con la pelle/buccia
125 gr di zucchero 1 dl d'acqua
Riunire tutti gli ingredienti in una pentola di alluminio e mettere sul fuoco che bolla pian piano, senza mai smettere di mescolare con un mestolo di legno.
Dopo qualche istante le mandorle cominciano a fare rumore e magari anche a scoppiettare, allora togliere dal fuoco, ma senza smettere di mescolare fino che lo zucchero non si sia seccato.
Poi di nuovo ripetere e rimettere la pentola sul fuoco, sempre mescolando, e poi toglier di nuovo, e così un pò di volte, facendo attenzione di non fare scioglier lo zucchero.
Quando le mandorle e lo zuchero hanno un colore dorato stenderle sul marmo o carta da forno oleata in modo di non farle attaccare le une con le altre e lasciarle raffreddare.
Fonti: http://www.cittacapitali.it
Potete trovare questo post anche sul blog dell'Emmetici!
che buone le mandorle caramellate nuova follower se ti va passa da me ciao
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