venerdì 18 novembre 2016

ZIA LINA E IL MONTBLANC


Non era una vera e propria zia. In realtà era una cugina di secondo grado di mio padre, ma per tutti noi era semplicemente Zia Lina.
Vedova, con un unico figlio ormai grande, faceva la sarta da sempre.

A ogni compleanno, natale o pasqua, mi regalava dei "pezzi" per il corredo, quando una tovaglia, quando un asciugamano, un set di canovacci e via dicendo, non si può dire che non fosse una donna pragmatica.
D'inverno non accendeva il riscaldamento, perché la casa era grande e non si poteva scaldarla tutta, quindi accendeva il camino in cucina - e nemmeno sempre - che riusciva anche a scaldare la stanza attigua, il suo laboratorio, sempre pieno di stoffe colorate e ritagli che mi regalava di tanto in tanto per cucire il vestito a qualche bambola.
Non era una cuoca grandiosa, ma per alcune cose non potrò mai dimenticarla.

Fu lei che per la prima volta mi fece assaggiare la crema pasticcera: avrò avuto forse tre o quattro anni, e qualche volta mamma mi affidava alle sue cure alla mattina mentre andava a lavorare. Mentre guardavamo "Lessie" - che chissà perché mi metteva su una grande tristezza - su un piccolo televisore in bianco e nero, venne fuori che non avevo mai assaggiato la crema con le uova e qualche mattina dopo l'aveva preparata appositamente per me.
La sua zuppa inglese: come dimenticarla!! Zuppa di nome e di fatto, era imbevuta con un mix di liquori micidiali fortissimi: rhum, alchermes, vermouth e anice. A noi bambini chiaramente era proibita, salvo un piccolo assaggio che ci lasciava la lingua insensibile per un bel po'!😝

Sempre da lei, per la prima volta, assaggiai il Monte bianco.
Ricordo una montagnetta di panna montata, che ai miei occhi di bambina sembrava racchiudere dei sapori fiabeschi. Quando invece assaggiai quel dolce, che delusione: sotto la panna, insipida, c'era una specie di pappetta marrone farinosa e grumosa. Inutile dire che era stato bollato come una di quelle cose che mai e poi mai avrei mangiato, figuriamoci provato a rifare in casa.

Questo fino a un po' di tempo fa, quando sul sito della AIFB, Associazione Italiana Food Blogger, il calendario del cibo italiano ci ha ricordato che il 19 Ottobre - giorno, tra l'altro, del compleanno di mio padre - è la giornata nazione del Montebianco.
E devo ammettere che leggendo l'articolo e studiando la ricetta, questo dolce semplicissimo ha suscitato nuovamente la mia curiosità.
Così qualche giorno dopo infilavo con nonchalance un sacchetto di marroni nel carrello della spesa e tornata a casa, subito a lessare i preziosi frutti.

La preparazione è semplicissima, non richiede strumenti tecnologici, e necessita anche pochi ingredienti che sicuramente avete già in casa. Provatelo, finché si trovano ancora i marroni (ndr. vanno bene anche le castagne) e questi giorni uggiosi richiedono una coccola in più.

Montebianco
ricetta dal sito AIFB



500g di marroni freschi
90g di zucchero
latte fresco intero
1 stecca di vaniglia
250 ml di panna da montare

in più ci occorrerà

cacao amaro
riccioli di cioccolato per la decorazione - opzionali

Lavate per bene le castagne sotto l’acqua corrente e con un coltellino incidete la buccia.
Trasferitele in una pentola colma di acqua, ponetela sul fuoco e lessate le castagne per circa 30 minuti (10 nel caso utilizziate la pentola a pressione).
Aiutandovi con un coltellino sbucciate le castagne, eliminando anche la pellicina marrone che ricopre il frutto e le eventuali castagne marce o nere - se lo fate quando i frutti sono tiepidi quest'operazione sarà velocissima.
Pesate i frutti, poneteli in un pentolino ed aggiungete tanto latte quanto il loro peso.
Aprite nel senso della lunghezza il baccello di vaniglia, raschiate tutti i semini con un coltellino e aggiungeteli alle castagne. Mescolate cercando di sbriciolare tutto il più possibile.

Ponete la casseruola sul fuoco basso e al momento del bollore coprite con un coperchio, girando di tanto in tanto. Dovranno cuocere per circa 20 minuti, il latte verrà assorbito quasi completamente.
Frullate il composto con il frullatore ad immersione fino ad ottenere una purea densa. Lasciate raffreddare.

Con uno schiacciapatate passate la purea facendola cadere in un piatto da portata (o in coppette monoporzione) e, senza comprimerla, date l’aspetto di una piccola montagna.
Montate la panna e, servendovi di una tasca da pasticceria, decorate come preferite. Aggiungete, infine, una spolverata di cacao e riccioli di cioccolato.


Note:

Se si volesse aggiungere il cacao alla preparazione, unitelo dopo aver frullato la purea di castagne: un cucchiaino raso di cacao amaro in polvere setacciato e un cucchiaino di rum.

La quantità di zucchero varia a seconda del peso delle castagne lessate e pelate. 100 g di zucchero = 250 g di castagne, aumentare di 20 g di zucchero per ogni 100 g di castagne lessate e pelate in più. 350 g di castagne = 120 g di zucchero. Nel caso si utilizzino i marroni diminuire di qualche grammo la dose di zucchero come ho fatto io).







1 commento:

  1. A me piace tantissimo anche se lo facciamo raramente!
    Succede che da piccoli si ha un'impressione verso il cibo che poi cambia da grandi.

    Fabio

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